PROLOGO

 

 

Stazione spaziale Starcore 3 in orbita nel Sistema Solare.

 

Uno shuttle con le insegne dello S.H.I.E.L.D. atterrò nell’ampio hangar e l’equipaggio scese.

Tra loro il creatore del progetto Starcore, il Dottor Peter Corbeau, il cui lavoro sull’attività solare gli era valso il premio Nobel per la Fisica alcuni anni prima.

Corbeau era, naturalmente, una presenza abituale dello Starcore, ma lo stesso non poteva dirsi di colui che lo accompagnava: il Vendicatore (attualmente di riserva) noto come Visione.

<Sono lieto che tu abbia accettato il mio invito, Visione.>[1] disse Corbeau mentre percorrevano i corridoi metallici della stazione sotto gli sguardi incuriositi del suo equipaggio internazionale.

<È un vero piacere per me, Dottore, poter essere utile alle sue ricerche.>

<Era un po’ che volevo studiare le reazioni della gemma che porti sulla fronte una volta che fosse vicina alla sua fonte d’energia: il sole.>

<In effetti, Dottore, anch’io nutro un’analoga curiosità.>

Corbeau trattenne un sorriso. Il tono di voce del sintezoide non lasciava trasparire alcuna emozione particolare. Lo scienziato si sentiva un po’ come il Capitano Kirk alle prese con il Primo Ufficiale Spock.

All’improvviso suonarono gli allarmi.

<Ma che succede?> esclamò Corbeau perplesso.

Gli fu subito chiaro quando nel corridoio apparvero dal nulla degli alieni vestiti di verde dalla pelle gialla e la testa grossa.

La stazione era stata attaccata da…

<Rigeliani? Non è possibile!> esclamò Visione.

Ma non c’erano dubbi: quelli davanti a lui erano indubbiamente esponenti di quella civiltà tecnocratica nota anche con il nome di Colonizzatori.

Avevano dunque ripreso i loro antichi costumi dopo anni di pace? Visione non perse tempo in queste considerazioni ed iniziò a combatterli.

Diventò intangibile e le scariche delle armi dei suoi nemici lo attraversarono senza danno ma quando le sue mani si solidificarono nel petto di due dei suoi avversari loro urlarono e caddero al suolo. I suoi raggi ottici sistemarono altri nemici, poi alle sue spalle si udì una voce maligna:

<Fermati, androide!>

Visione si voltò e vide che i Rigeliani avevano preso in ostaggio e tenevano sotto mira Corbeau ed altri membri dell’equipaggio.

<Non sono un androide ma un sintezoide.> replicò lui con apparente freddezza.

<Non ha importanza.> ribatté quello che aveva parlato, evidentemente il capo <Sono certo che tieni alla vita di questi terrestri e quindi adesso ti arrenderai a noi se non vuoi vederli morire sotto i tuoi occhi.>

Visione tacque. Se fosse stato un essere di pura logica come spesso pretendeva di essere forse avrebbe concluso che farsi catturare non era un’opzione ragionevole, ma non era solo la logica a governare le sue azioni e così alla fine disse:

<Va bene. Mi arrendo.> disse, ma questo non gli impedì di attivare un dispositivo che lanciò un SOS alla Terra.

I Vendicatori sarebbero indubbiamente intervenuti in soccorso suo e dello Starcore.

<Inutile.> disse il capo dei Rigeliani <Sappiamo cosa hai fatto, ma abbiamo attivato uno strumento che disturba ogni segnale e renderà impossibile per gli strumenti terresti ricevere qualsiasi comunicazione da qui. Nessuno verrà ad aiutarti.>

Forse era vero o forse no, pensò Visione. Nessuno strumento terrestre poteva ricevere il segnale ma lui sapeva che laggiù ce n’era almeno uno che non era terrestre.

 

MARVELIT

PRESENTA

 

di

Carmelo Mobilia e Carlo Monni  

(e un grazie speciale a Igor Della Libera)

 

SPACE COWBOYS[2]

- 1° parte

 

# 44

 

 

 

Los Angeles, California.

 

Dejà vu. Per definizione, è la sensazione familiare di una situazione già vissuta in precedenza legata in realtà a qualcosa di appena accaduto.

New York e Los Angeles sono due città totalmente differenti, così diverse in tante cose, a cominciare dal clima, eppure in quel momento il giovane Richard Rider, che per la prima volta da quando era arrivato in California stava attraversando a piedi il Sunset Boulevard, stava provando le stesse emozioni che provava nel passeggiare per la “Grande Mela”.

Quella sensazione di dejà vu gliela stava procurando la sua incantevole accompagnatrice: l’atlantidea Namorita. Per loro era un po’ un “ritorno al passato”, a quando entrambi facevano parte dei New Warriors di New York e condividevano spesso momenti come quello che stavano vivendo adesso.

Richard e ‘Nita erano stati molto intimi a quei tempi, e per il ragazzo quella attuale era una situazione piacevole ma un po’ imbarazzante.

Se per la bionda cugina di Sub Mariner lo era altrettanto, non lo stava dando a vedere.

<Ti piace?> chiese il ragazzo.

<Altroché. Il clima è molto più gradevole che a New York. Vien voglia di togliersi gli abiti, volare e andare a tuffarsi nell’oceano.>

<Da quello che ho sentito sulla California, non si impressionerebbero per una donna nuda volante.>

<Davvero? Perché non proviamo?>

<Non ... dirai sul serio?>

<Mi prendi per scema?> sorrise Namorita <Certo lascerei di me un ricordo migliore rispetto... all’ultima volta.>[3]

<Basta. Non eri in te. Non puoi passare la vita a colpevolizzarti... e poi, se vuoi fare ammenda, hai scelto il modo migliore per farlo: ti sei unita ai Vendicatori.>

<Già. Ci pensi? Io e te tra i supereroi più popolari del mondo! Ben altra cosa rispetto ai New Warriors, non trovi?>

<Oh sì. Non faccio altro che ripetermelo. È come essere passati in Major League. Io...>

<Che c’è?>

<Il mio casco...> Richard Rider portava sempre con le il suo casco da Nova che, depolarizzato, stava dentro la tasca del costume che indossava sotto gli abiti civili.

<Sta ricevendo una chiamata. Devo indossarlo, immediatamente.>

<Vieni, in quel vicolo...> disse la ragazza.

Una volta lontano da occhi indiscreti, i due si sbarazzarono degli abiti civili, che per Namorita significava ritrovarsi con indosso un costume da bagno verde a scaglie.

Nova indossò il suo casco e ascoltò la trasmissione.

<È grave?> chiese Namorita.

<Temo di si.> rispose Richard prendendo la communicard.

<Qui Nova. Mi dispiace interrompervi ragazzi, ma si tratta di una cosa urgente. Troviamoci tutti alla base.>

<Mai un attimo di noia coi Vendicatori eh?> sorrise ‘Nita.

<Già.> rispose Nova, ed entrambi spiccarono il volo.

 

 

U.C.L.A Medical Center

 

<Se stata molto carina a venirmi a trovare, Jen.> disse Greer Nelson.

<Non dirlo neanche, ci mancherebbe.> rispose Jennifer Walters alias She-Hulk.

<Non vorrei che stessi in pensiero però. I dottori hanno detto di aver visto fratture peggiori tra gli sciatori o i calciatori. Grazie ai miei poteri sto guarendo rapidamente. Mi dimetteranno domani.>

<Bene, sono contenta per te. Allora fa così: prendila come una vacanza> sorrise She Hulk.

<Vorrei. Ma qui il mangiare è tremendo... avrei proprio voglia di un maxi cheeseburger... oppure delle alette di pollo piccanti. Yum...>

<Appena uscirai ti porterò al più vicino Kentucky Fried Chicken allora.> sorrise la ragazza <Comunque vedo che ti sono venuti a trovare in molti... più che una stanza di ospedale, sembra un negozio di fiori.>

<Beh si, alcuni sono i nostri compagni... quelli per esempio sono di Hank, ma molti me li mandano i fan. Appena hanno saputo che un Vendicatore era ricoverato qui, sono arrivati un sacco di doni. E qualche paparazzo....>

<E da parte di chi è quello? È davvero enorme.> chiese Jennifer.

< Ah quello... è da parte di Marc Spector.>

<Il miliardario?>

<Ehm... si. Siamo stati insieme per un breve periodo.> confessò Tigra.

<Accidenti gattina... che acchiappo!> ammiccò Jennifer.

Tigra abbozzò un sorriso, evitando di confessare all’amica che Spector era in realtà Moon Knight.[4]

Le confessioni tra amiche vennero interrotte dal ronzio della communicard.

<Uh oh. Devo andare Greer, mi sa che qualcosa bolle in pentola.>

<Capisco. Vorrei poter venire con te.>

<Non pensarci, e pensa a guarire.> disse She-Hulk, dandole un bacio sulla fronte, prima di lasciare la stanza.

 

 

South Los Angeles.

 

In quello stesso momento John Walker, nelle sue vesti di Jack Daniels, l’agente speciale del F.B.S.A., stava esaminando una particolare scena del crimine.

A quanto pareva due tizi dai poteri superumani erano letteralmente esplosi nel corso di una rapina ad una banca e gli addetti dell’Ufficio del Medico Legale stavano impazzendo a recuperarne i resti.

Era in momenti come questo che Jack sentiva la mancanza del suo partner di lavoro Phil Coulson: con il suo senso pratico ed il suo sarcasmo avrebbe sicuramente trovato un commento adeguato alla situazione.

Purtroppo era sparito per una non meglio precisata questione personale e John sospettava che c’entrasse in qualche modo il fatto che agente cinoamericana Melinda May si era presa inaspettatamente tutte le ferie arretrate che aveva accumulato.

I pettegoli dell’ufficio ipotizzavano che i due se la stessero spassando insieme su qualche spiaggia esotica, magari Tahiti.

John non ci credeva ed era persuaso che i due stessero seguendo qualche pista, forse qualcosa legata al loro periodo nello S.H.I.E.L.D. di cui non parlavano mai.[5]

John scacciò quei pensieri e si concentrò sul lavoro.

<Qualcuno sa dirmi cosa è successo qua dentro?> chiese.

<Difficile dirlo..> rispose il Medico Legale di turno, un nippoamericano che aveva l’aria di chi ha già visto di tutto <Dato lo stato dei corpi, non mi aspetto molto dall’autopsia. Posso offrire al massimo un’ipotesi: da un po’ circola nelle strade di Los Angeles una nuova droga sintetica simile al famigerato Ormone di Crescita Mutante ma molto più potente e con pericolosi effetti collaterali.>

<Ne ho sentito parlare. Una mia collega stava indagando su questo traffico.>[6]

<Bene. Io credo che questi tipi ne abbiano preso una dose o due ma il loro fisico non ha retto e Boom.>

<Grazie, Dottore, mi tenga informato sui risultati dell’autopsia.>

John tornò alla sua auto immerso in cupe considerazioni.

Le droghe che fornivano superpoteri erano un vero problema. Proprio quel mattino, in ufficio, aveva letto un rapporto che parlava di un nuovo tipo di OCM che era spacciato sulla Costa Orientale.

Un informativa a tutti gli uffici del F.B.S.A. suggeriva che provenisse dal Messico o da un altro paese a sud.[7] Forse avrebbe dovuto approfondire la cosa.

Stava aprendo la portiera dell’auto quando senti un ronzio familiare provenire dal portafoglio. A quanto pareva le indagini di Jack Daniels avrebbero dovuto aspettare: ora c’era bisogno di qualcun altro.

Estrasse quella che sembrava una comune carta di credito ma aveva stampata sopra una “A” e disse:

<Qui U.S.Agent. Arrivo immediatamente.>

 

 

Glendale, Contea di Los Angeles.

 

Lui dimostrava poco più di trent’anni ma avrebbe potuto averne di più.

Camminava appoggiandosi ad un bastone di legno, ma la cosa non sembrava pesargli.

Lei era una bella donna dai lunghi capelli di quella sfumatura che gli esperti definiscono “biondo veneziano”.

A vederli i due sarebbero sembrati una coppia normalissima.

Nessuno mai avrebbe potuto sospettare che Eric Masterson, architetto, e Julia Carpenter, scrittrice per una rivista di moda, erano in realtà due dei più potenti eroi della Terra.

<E così hai preso casa qui.> disse Eric, guardando una villetta a due piani con occhio esperto.

<Era un affare e Glendale è una cittadina tranquilla abbastanza lontana dal caos di Los Angeles così che io e Rachel potremo starcene in pace.> replicò Julia.

 <In effetti, non è malaccio.> disse lui in tono ironico.

<Grazie. È bello essere approvati da uno dei migliori architetti del paese.>

<Attualmente disoccupato però. Certo, se trovo un ufficio dall’affitto non troppo caro, potrei provare a rimettermi in affari.>

<Nel caso potrei affidarti i progetti per la ristrutturazione anche se temo di non potermi permettere i tuoi onorari.>

<Se è solo per quello, possiamo metterci d’accordo. Avrei in mente una modalità di pagamento… alternativa.>

<Sei un porco!> risero entrambi di gusto poi si baciarono senza badare a chi poteva vederli.

<Dai, entriamo.> disse Julia.

In quel momento Eric sentì un ronzio venire da una tasca del suo giubbotto e Julia ne sentì uno uguale venire dalla borsetta.

Entrambi sapevano cosa voleva dire: Eric Masterson e Julia Carpenter dovevano lasciare il posto a Thunderstrike e Aracne.

 

 

Hacienda dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes.

 

La squadra al completo era tutta in sala riunioni. Nova fece sentire la trasmissione ricevuta dal suo casco.

<Cosa ne pensate?> chiese.

<È la voce di Visione, non ho dubbi su questo.> esordì Henry Pym.

<Nei sei certo? Sembra una radio mal sintonizzata, non c’ho capito molto ...> disse U.S.Agent.

<Purtroppo più chiaro di così non sente. Il segnale è disturbato da qualcosa.> spiegò Nova.

<Si, ne sono sicuro.> ribadì Pym <Nessun altro ha quel timbro di voce, lo riconoscerei tra mille: una volta l’ho addirittura ricostruito, Agent, dovresti saperlo ...>

<Si, mi ricordo ...mi ero appena unito alla squadra.>[8]

 <Beh è chiaramente una richiesta di aiuto. Ma ha parlato di un... attacco alieno?> chiese Aracne.

<Io ho sentito nominare la “Starcore 3” … non è quella stazione spaziale che abbiamo protetto durante quel macello di “Tempesta nella Galassia”, anni fa?>[9] notò Thunderstrike.

<È esatto, più o meno.> disse Pym.

<Oh Gesù, spero non ci sia dietro una storia incasinata come quella volta l .... > ribadì il tonante.

<Certo che come spieghi le cose tu, Eric, non lo fa nessuno.> sorrise She Hulk.

Sole Ardente ascoltava in disparte senza dire una parola. Il suo essere taciturno metteva a disagio Namorita, che però si tenne la cosa per se.

<Ma solo a me questa storia ricorda la faccenda di Titano? L’ultima volta che questo pivello spaziale ci ha portato un avviso dallo spazio, mi sono ritrovato a fare il gladiatore.[10] Non dovremmo accertarci di cosa sta succedendo, prima di prendere il volo per la via Lattea?> sbottò U.S.Agent.

<Ben detto. Stavolta sono d’accordo con Testa alata.> disse She Hulk <Perché non chiamiamo i nostri amici sulla costa Est?>

<Stavo giusto per farlo.> rispose Hank.

Si mise al monitor, e dall’altra parte apparve il volto familiare di Edwin Jarvis, il maggiordomo dei Vendicatori.

<<Purtroppo padron Pym, devo informarla che miss Van Dyne e il resto della squadra sono in missione[11] e non possono interloquire con voi. Posso aiutarvi io?>>

<Si Jarvis. Ci serve sapere di Visione. È ancora a New York?>

<<L’ultima volta che l’ho sentito Padron Visione stava tenendo una lezione presso l’Accademia, ma ho saputo che ha interrotto le lezioni e si è dovuto assentare d’urgenza.>> confessò il maggiordomo.

Tutto coincideva. L’uscita anticipata della Visione poteva significare che si era unito all’equipaggio della Starcore.

<Avete sentito? Tutti al Quinjet.> ordinò Hank Pym.

 

 

Stazione Spaziale Starcore 3.

 

Il Quinjet si avvicinò allo Starcore con cautela.

Improvvisamente si aprì il condotto che portava all’hangar interno.

<Non mi piace.> borbottò Calabrone <Stando a Visione la stazione era sotto attacco alieno eppure qualcuno ci ha fatto passare e non si vedono segni di scontro.>

<Temi una trappola?> chiese Aracne.

<Un vecchio detto recita: pensa il peggio e indovini e, credimi se ti dico che le mie esperienze con avversari alieni mi hanno abituato al peggio.>

<La tuta che mi hai dato mi permetterà veramente di utilizzare i miei poteri anche nello spazio, Pym-san?> domandò Sole Ardente.

<Si Shiro, è stata creata da Reed Richards per la Torcia Umana, e io l’ho riprodotta per Jim Hammond nel periodo in cui ha militato nella nostra squadra.>

<Beh, allora basta chiacchiere, non hai nulla da temere. Il mio potere è in grado di tener testa a qualunque minaccia.> proclamò Sole Ardente con sicurezza.

Henry Pym scosse la testa. Nonostante fosse in giro da diversi anni il suo compagno giapponese non aveva ancora imparato che l’arroganza può costare cara.

<Guardate!> intervenne Namorita.

Vicino al punto d’attracco stavano in piedi la Visione e Peter Corbeau.

<Sempre più curioso.> commentò She-Hulk.

Scesero dal Quinjet e lo scienziato si fece avanti e disse:

<Benvenuti, Vendicatori. Sono lieto di rivedervi. Mi dispiace, però, che abbiate fatto un viaggio a vuoto.>

<Vuol dire che è stato un falso allarme?> chiese, perplessa, She-Hulk.

<Non esattamente.> intervenne Visione <L’attacco c’è effettivamente stato ma alla fine siamo comunque riusciti a prevalere.>

<Il merito va a Visione.> aggiunse Corbeau <Solo grazie ai suoi poteri gli invasori sono stati respinti.>

<Ma chi erano?> chiese Hank Pym <Il messaggio che abbiamo ricevuto non era chiarissimo e non l’abbiamo capito.>

<Rigeliani.> rispose Visione.

<Cosa?> esclamò Thunderstrike <Mi sembra impossibile. Thor mi ha detto che hanno da tempo rinunciato a colonizzare mondi abitati e non attaccare mai più la Terra.>[12]

<Eppure ti assicuro che erano loro. Hanno rinnegato le loro promesse e deciso di impadronirsi della Terra.>

<Chi sono questi “Rigeliani?” > chiese Sole Ardente.

<I Rigeliani erano una razza di colonizzatori alieni.> disse Nova <Hanno abilità psioniche con cui possono controllare le menti umanoidi ed alterare la loro densità. Ma anche io sapevo che avevano smesso con le vecchie abitudini.>

<Purtroppo non è più così. La squadra che ho sopraffatto si è vantato di un imminente attacco alla Terra. Dobbiamo avvisare le autorità terrestri e preparare un attacco preventivo, prima che sia troppo tardi.>

La Visione andò avanti col suo racconto sull’attacco subito, e tutti lo ascoltarono attentamente.

Tutti tranne U.S.Agent.

Dejà vu. La sensazione familiare di una situazione già vissuta in precedenza legata in realtà a qualcosa di appena accaduto.

Da quando avevano ricevuto la richiesta di soccorso, U.S.Agent non riusciva a scacciar via quella sensazione. Il suo istinto lo stava avvisando che qualcosa non andava, e un buon soldato ascolta sempre il proprio istinto.

<Sento puzza di bruciato.> borbottò.

<Non dirmi che non ti fidi di Visione.> gli sussurrò di rimando Aracne.

<Sempre che sia davvero lui. Sempre che tutti siano chi dicono di essere. Lo vedremo subito.>

USAgent si rivolse a Corbeau:

<Dottore, volevo cogliere quest’occasione per ringraziarla per averci accompagnato su Titano durante la crisi di Thanos.>

<Non è stato nulla.> rispose lo scienziato <Per me ogni occasione di visitare altri mondi è sempre benvenuta.>

La mascella di Agent si contrasse ed un attimo dopo sferrò un pugno all’uomo accanto a lui sbattendolo a Terra.

<Tu non sei Peter Corbeau!> esclamò <Chi sei veramente?>

L’altro fece una smorfia e replicò:

<Peccato, terrestre. Speravamo davvero di ingannarvi per il tempo necessario ma visto che ci hai scoperti, ci costringi ad agire.>

Corbeau e la Visione mutarono d’aspetto e si rivelarono per quello che erano veramente: SPETTRI NERI.

 

 

Van Nuys, Los Angeles.

 

Trish Starr si era adattata da tempo alla perdita del braccio sinistro, che le era stato amputato dopo che era rimasta ferita in un attentato organizzato da suo zio, il supercriminale noto come Testa d’Uovo.[13]      

Henry Pym, invece, si sentiva in colpa perché Testa d’Uovo era un suo vecchio nemico ed era da parecchio che insisteva perché lei provasse un braccio bionico studiato da lui stesso con il contributo di Tony Stark ed altri eminenti scienziati che gli dovevano dei favori.

Ecco perché ora si trovava in questo laboratorio dove venne ad accoglierla un uomo dai capelli e baffi biondi.

L’idea di una protesi non la faceva sentire a suo agio ... ma non aveva saputo dire di no a Hank.

<Buongiorno Miss Starr.> la salutò l’uomo <Mi chiamo Carl Walker e sono l’Ingegnere Capo della Barstow Electronics. Se vuole seguirmi le mostrerò il braccio che abbiamo messo a punto appositamente per lei.>

Trish fece un sospiro. Continuava ad essere dubbiosa ma di questo non era responsabile quell’uomo dall’aria simpatica.

Abbozzò un sorriso e replicò:

<Mi faccia strada Mr. Walker.>

 

 

Stazione Spaziale Starcore 3.

 

L’inevitabile battaglia era iniziata ed i nemici si erano rivelati per quello che erano.

<Lo sapevo, cazzo, lo sapevo!> imprecò USAgent mentre colpiva col suo scudo uno degli alieni <Ogni volta che ci ficchiamo in queste stronzate spaziali finiamo sempre per cadere in qualche imboscata!>

<Uh non è stata colpa mia...> rispose Nova, mentre sparava le sue raffiche laser dai pugni.

<Che importa? Siamo venuti fin qui per combattere degli alieni ed è quello che stiamo facendo> fece notare She Hulk <poco importa che siano Spettri Neri e non Rigelliani.>

<Si, ma chi diavolo sono gli Spettri Neri?> chiese Thunderstrike mentre respingeva le scariche delle strane armi aliene roteando vorticosamente la sua mazza.

<Una specie di fratelli minori degli Skrull, ma molto più cattivi.> rispose Calabrone colpendo un paio di avversari con il suo bio-pungiglione.

Non c’era tempo per spiegazioni più accurate, era il momento di combattere ed i Vendicatori non si risparmiavano.

Purtroppo per loro gli avversari, anche se non erano granché come combattenti, erano esperti nell’arte dell’inganno.

Mentre stava volando sopra di loro Nova fu improvvisamente avviluppato da una sorta di rete di energia che spense i sistemi della sua tuta da battaglia facendolo cadere al suolo.

<Questa è un arma speciale progettata dai nostri scienziati appositamente per voi Nova Corps.> disse uno degli alieni con aria tronfia.

<Non temere shōnen.[14] Ti libero in un attimo.> gli disse Sole Ardente volando in suo soccorso, ma andò in contro alla stessa sorte, quando venne colpito da uno strano raggio

<NANI?>[15] esclamò sorpreso, quando si ritrovò di colpo privo del suo potere solare, e senza di esso fu facilmente sopraffatto dagli avversari.

Namorita stava picchiando sodo ma si accorse di diventare sempre più debole. Qualcosa la stava disidratando.

<Ma... che cosa...> disse, poi si sentì mancare e scivolò sul pavimento metallico perdendo i sensi.

U.S. Agent e Aracne avevano steso un discreto numero di avversari, ma la situazione stava precipitando.

<Così non va.> esclamò lo Scudiero <Dobbiamo riorganizzarci. Dobbiamo...>

<Agent! Dietro di te!> esclamò la donna ragno, ma l’avvertimento arrivò troppo tardi ed entrambi furono colpiti da dei raggi che li stordirono.

Rimanevano Thunderstrike e She-Hulk.

<Possiamo ancora farcela, ‘Strike. Nessuno di loro pare abbastanza forte da poter competere con noi.> disse She Hulk.

Ma prima che il biondo tonante potesse risponderle, si trovarono davanti uno Spettro Nero che intonò una specie di cantilena.

I versi erano incomprensibili ma dopo alcuni istanti, senza alcun preavviso, Thunderstrike tornò ad essere Eric Masterson e la sua mazza divenne un bastone.

<Non è possibile! N-Non è assolutamente possibile!> esclamò in preda al panico.

Anche She-Hulk fu ritrasformata in Jennifer Walters, una cosa che non le capitava da tempo.

<Q-Questo non può succedere...> disse stupefatta.

Gli Spettri Neri furono loro addosso e poco dopo i due giacquero a terra svenuti.

Quello che pareva essere il leader prese la parola.

<Gioite, fratelli e sorelle. Grazie alla nostra tecnologia siamo riusciti a prevalere.>

<E la nostra magia.> disse con orgoglio lo Spettro Nero che aveva trasformato Thunderstrike e She-Hulk.

<Sì, nonostante il loro potere alla fine sono caduti.> aggiunse uno di loro.

<Non tutti.> ribatté un altro <Calabrone è riuscito a fuggire. Deve essersi ridotto a dimensioni di insetto.>

<Non ha importanza: è solo ed ha un potere risibile. Che pericolo può essere?>

Nascosto in un vicino condotto Hank Pym non era della stessa opinione.

Gli Spettri Neri avrebbero presto scoperto quanto poteva essere pericoloso un Calabrone.

 

 

CONTINUA!

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Inizia un nuovo ciclo di questa serie che speriamo troverete divertente ed appassionante come i precedenti.

            Ed ora il minimo indispensabile di note:

1)    Innanzitutto un caloroso ringraziamento a Igor Della Libera che ha abbandonato il team di autori di questa serie lasciandoci in eredità una trama che abbiamo modificato forse un po’ e che portiamo avanti con convinzione. Grazie Igor.

2)    Peter Corbeau è stato creato da Chris Claremont ed è apparso per la prima volta su Incredible Hulk Vol. 1° #148 datato febbraio 1972 in una storia scritta da Archie Goodwin con la collaborazione al soggetto di Claremont ed i disegni di Herb Trimpe e John Severin.

3)    Gli Spettri Neri sono stati adattati ed introdotti da Bill Mantlo & Sal Buscema su Rom #1 datato dicembre 1979.

4)    Il titolo è preso da un film di Clint Eastwood che parla di una missione spaziale.

5)    La nuova droga che impazza a Los Angeles è una creazione di Mickey. Ne risentiremo parlare.

6)    Quanto al nuovo tipo di OCM, sentirete parlare presto anche di quello Dove? Lo saprete presto..

Nel prossimo episodio: Calabrone da solo contro gli Spettri Neri, come potrà cavarsela? Meglio di quanto pensiate, in fondo più grande non è necessariamente migliore.  -_^

 

 

Carlo & Carmelo



[1] Vedi Vendicatori #104.

[2] Che Clint Eastwood ci perdoni. -_^

[3] Ovvero nell’ultimo episodio.

[4] Che è stato un Vendicatore Ovest per un certo periodo parecchio tempo fa..

[5] Se volete maggiori informazioni, leggete la serie Marvel IT’s Agents of S.H.I.EL.D. del nostro amico Mickey. -_^

[6] Ovvero Melinda May sempre su Marvel IT’s Agents of S.H.I.EL.D.

[7] Ne saprete presto di più ma non qui.

[8] Avengers West Coast Vol. 2° #42 (in Italia su Marvel Extra #1).

[9] Storico crossover tra le testate collegate al mondo dei Vendicatori.

[10] Negli episodi #28/30.

[11] Per saperne di più leggete Vendicatori #104.

[12] Come narrato in Thor Vol. 1° #132 (Prima edizione italiana Thor, Corno, #31).

[13] Un bel po’ di tempo fa su Giant Size Defenders #4 (In Italia su Hulk & i Difensori #26/27).

[14] ragazzo in giapponese

[15] Cosa?